martedì 17 giugno 2008

Ci siamo. Bisogna fare i conti con il passato, dunque ora vogliamo le scuse.

Era il 1° Aprile 1950, cominciava l'Afis, cominciava un'infamia celata per 58 anni. Celata, ma gli artefici, non c'è l'hanno fatta a portare a termine il programma di annientamento, anzi...
La vicenda ora ha preso un altra piega. Nei pochi casi analoghi successi in altri paesi si stanno facendo i conti con il proprio passato ora tocca all'Italia. E' stata una lunga lotta intrapresa dall'Ancis a portarci a questo risultato e a questo punto. Non è stato facile, abbiamo subito umilianti attese, ci siamo scontrati con gente che non voleva sentire ma che già sapeva e così via. Ora è chiuso un capitolo e ne apriamo un altro che non ha scusanti e qui lo dico in modo chiaro netto in modo tale che tutti capiscano e non ci siano fraintendimenti.
Il ruolo dello Stato italiano in questa vicenda non ha e non corrisponde a reale volonta di soluzione alla vicenda. La grave emergenza che abbiamo posto deve avere una fine. Ancis per ritenere la faccenda conclusa soddisfacentemente deve ricevere dal governo italiano FATTI concreti, misure e azioni a soddisfare le giuste esigenze dei soggetti coinvolti, degli eredi di chi non c'è più e soprattutto l'inclusione delle mamme che hanno subito le peggiori umiliazioni.
Qui c'è lo steaming della trasmissione di TV La Repubblica:
Noi, somali italiani(17 giugno 2008)
Quaranta anni dopo, parlano i figli meticci degli italiani in Somalia. Senza patria e senza famiglia. A metà fra passato e presente. E senza futuroIn studio a Roma Francesca Caferri, la Repubblica, Gianni Mari e Antonio Murat. In collegamento telefonico lo storico Angelo Del Boca. Conduce Edoardo Buffoni.

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