martedì 22 aprile 2008

AFIS, fu vera gloria?

Come già annunciato, il prossimo 1° Aprile dell'anno 2010 sarà il 60nnale della fine dell'AFIS. Per quella data abbiamo annunciato che c'è l'intenzione di preparare numerose iniziative. Perchè ciò? Per chi si fosse scordato, l'AFIS è un qualcosa di più che riguarda la nostra Comunità. E' lo spartiacque che aveva diviso la generazione dei meticci italosomali in quelli nati durante il colonialismo e le sue negative bestiali leggi razziali e quelli nati nel post colonialismo.
Sull'argomento c'è una analisi profonda da parte della nostra Comunità, che sta portando a galla documenti, atti, riscontri e fatti oggettivamente non negabili. L'AFIS è stato lo strumento che il gruppo dirigente ANCIS ha definito in un passaggio di una lettera Istituzionale in questi termini: "La violazione del mandato fiduciario dell’ONU in generale e dell’Accordo di Tutela in particolare; In Australia e in Norvegia sono in atto misure di risarcimento e tentativi di riconciliazione con le comunità violate; in l’Italia abbiamo solo i timidi tentativi del Comitato contro la Discriminazione e l’Antisemitismo limitati ad appurare i fatti che da anni denunciamo; nessuna ammissione né proposte di risarcimenti. In considerazione di ciò noi riteniamo che tale negligenza equivalga sostanzialmente alla continuazione della politica di annientamento iniziata in Somalia con l’AFIS verso la nostra comunità." Inoltre, "il Governo Italiano ha preso atto dei fatti gravissimi accaduti alla nostra comunità durante l’AFIS e delle altrettanto gravi conseguenza sulle nostre esistenze di quegli eventi attraverso l’indagine compiuta dal Comitato del Ministero dell'Interno, tuttavia ciò non è ritenuto sufficiente per adottare provvedimenti adeguati."
Queste poche righe hanno un significato accusatorio devastante per una Repubblica.
Quando una Comunità di poche centinaia di persone, arriva a scrivere alle autorità, e queste autorità hanno appurato la veridicità degli eventi denunciati come ATTI DI UNA POLITICA DI ANNIENTAMENTO l'oggetto del fatto non è più qualificabile con le solite parole: E' UMANAMENTE inconcepibile e inqualificabile.
E' grave l'accusa dell'ANCIS come è altretanto vera l'ammissione di queste gravità quando lo Stato italiano con un suo Comitato ed organo investigativo recita "siamo consapevoli della pecularietà dell'AFIS ed avendo approfondito le ragioni storiche e la disciplina giuridica, ben comprendendo che essa afferisce ed un epoca distinta rispetto al colonialismo.
Il trattamento discriminatorio lamentato dai componenti della Comunità italosomala INCIDE SUI DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA, COME TALI NON SUSCETTIBILI DI PRESCRIZIONE E MERITEVOLI DI TUTELA INDIVIDUALE, SULLA PREMESSA DEL RICONOSCIMENTO STORICO DEL DRAMMA VISSUTO DALL'INTERA COMUNITA'.
Essere arrivati ad avere questa risposta ci sprona a lottare per arrivare alla verità totale e noi, Italosomali della generazione AFIS, consapevoli di non poter aiutare giuridicamente e fattivamente i nostri fratelli nati prima di noi, ma ciò non toglie - viste anche le loro sofferenze durante il fascismo e il colonialismo - che la nostra lotta è sopratutto rivolta a loro in segno di risarcimento morale (per quello ch'è il valore morale).
Il nostro "contenzioso" non ha rivalse vendicative, ma serve ad appurare una VERITA' storica negata dalla Repubblica italiana: il progrom della Comunità italosomala. Sapere la verità che molti di noi pudicamente tengono nei loro risvolti mentali serve inanzitutto a noi stessi. Non dobbiamo vergognarci di fatti di cui siamo vittime e non responsabili. Franca Gargiulo, nella prefazione del libro di Armando Norlatti "Alla ricerca del padre..., storia di un ragazzo italo-somalo", scrive che con l'Ancis e le interviste contenute nel sito ha avuto le risposte ai tanti perchè della sua adolescenza.
Per alcune domande, come ANCIS, abbiamo dato risposte. Il compito di Ancis e della comunità Italosomala è quello di avere tutte le risposte in modo tale di evitare il finale tragico scoperto da Franca, Anna e Margherita che erano andati a cercare Vincenzo Buso e lo hanno trovato sepolto anonimamente in un cimitero dei Castelli Romani, una triste realtà.
Precedentemente a questo triste epilogo stessa sorte era toccata a tanti altri fratelli:
Gaetano Pecora, Andrea Azzarini, Clavinini Giuseppe, Bonotti Vittorio, Coriciotti Giuseppe, Giustini Renato, Lambertini Vittorio, Mari Franco, forse Mari (Pensolini) Giorgio e tanti altri.
Tutto ciò è il risultato di un massacro attuato in maniera scientifica durante l'AFIS: un acculturamento forzato sulla religione, sulla diversità del colore, scelta dei cognomi, disconoscimento della lingua materna che in Somalia ci facevano ritenere di essere italiani e in Italia (per i più fragili una devastazione tragica) nel caso più benevolo ci fa scoprire di essere degli "extracomunitari". Un assimilazione perseguita per l'annientamento degli italosomali.
Comunque sia, quanto qui scritto, spero sia più utile alla nostra Comunità a recuperare la solidarietà fra noi, credere di più alle nostre forze e confidare e sapere che siamo veramente unici nella nostra "presunta" diversità. No, noi non siamo diversi dai somali e dagli italiani. Abbiamo un valore aggiunto che a loro tutti manca: siamo italosomali.
Non vorrei esaurire l'argomento, anche perchè siamo all'inizio di un percorso di tragica scoperta e, a tal proposito vi chiedo il vostro apporto, intervento per arrivare all'appuntamento del 60nnale con un bagaglio avente un regalo di molte risposte per la comunita italosomala.
Gianni Mari

1 commento:

Unknown ha detto...

Sono la figlia di Giuseppe Clavinini nato a Mogadiscio nel 1954 e morto a Roma nel 1989, sepolto non anonimamente al verano. Non so se nel suo articolo si riferiva a lui... E se magari potrebbe aiutarmi a ricostruire la sua storia..